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Giovedì 26 Dicembre 2024
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Caprarola, visitiamo il centro storico

Caprarola - Località climatica dei colli Cimini famosa per I'imponente Palazzo Farnese con il magnifico parco-giar­dino.

II Palazzo, eretto su dise­gno del Vignola per conto del Card. Alessandro Far­nese verso la fine del XVI sec. sulle fondamenta di una rocca a pianta pen­tagonale iniziata dal San­gallo, con bastioni ango­lari e caratteristico cor­tile circolare, è una delle più pure creazioni archi­tettoniche del tardo Rina­scimento.

Il ciclo delle sue decorazioni pittoriche costituisce il più grandioso monumento di pittura in Italia tra il settimo e l'ottavo decennio del Cinquecento, nel corso del quale si incontrano e si fondono le diverse correnti della ma­niera - fu compiuto nel 1583.

Gli affreschi - eseguiti dai fratelli Zuccari e da numerosi altri artisti fra cui il Bertoja, Giovanni de' Vecchi, Raffaellino da Reggio, Gio­vanni Antonio da Varese e Antonio Tempesti - sono concepiti secondo un programma di celebrazione mitolo­gico-araldica delle glorie della famiglia Farnese.

Per una scalinata a due rampe convergenti, si sale all'in­gresso d'onore; nell'androne gli affreschi sulle pareti raffigurano i porti di Malta e Messina; nella volta, vari stemmi della famiglia Farnese e due vedute di Capra­rola di Federico Zuccari e della sua scuola (1566-1569). A sinistra una scala elicoidale, capolavoro del Vignola, affrescata da Antonio Tempesti (1580-1583) con paesaggi, grottesche, motti, emblemi, imprese, ecc., conduce al piano nobile.

Sale affrescate dagli Zuccari (1560-1569)
Sala dei fatti d'Ercr,9e (Federico Zuccarí 1566-1569) deco­rata da una grande fontana rustica in mosaico, stucco e concrezioni calcaree con putti in marmo che gettano acqua in una vasca di giallo antico; sulla volta, ornata di stucchi, fatiche di Ercole e leggenda della creazione del lago di Vico; alle pareti vedute dei feudi farnesiani.
 
Cappella (Federico Zuccari 1566-1569) armonioso ambiente a pianta circolare con elegantissimo pavimento in marmo e cotto dicromo; pregevoli gli affreschi della volta, adorna di preziosi stucchi, con storie bibliche; sulle pareti le figure degli Apostoli, le Marie al sepolcro, Cristo in pietà e S. Giovanni Battista.
 
Sala dei Fasti Farnesiani (Taddeo Zuccari 1560-1566) uno degli ambienti più ricchi e grandiosi del palazzo con grandi riquadri, mirabilmente affrescati, che celebrano gli avve­nimenti di maggior rilievo legati alla figura del Card. Ales­sandro. Nella volta, su cui campeggia tra preziosi stucchi uno stemma araldico dei Farnese, sono raffigurati fatti d'arme, investiture, trattati ecc. del nobile casato. Parete sinistra: partenza del Card. Alessandro, Ottavio Farnese e Carlo V contro i Luterani - ingresso a Parigi di Carlo V, Francesco I ed Alessandro Farnese; parete di fondo: Paolo III nomina il figlio Pier Luigi imperatore dell'eserci­to pontificio - ritratto di Enrico Il di Francia - Paolo III nomina il nipote Orazio Prefetto di Roma; parete de­stra: il Card. Alessandro Farnese e Carlo V prendono accordi a Worms per la guerra contro i Luterani - Giulio III dona ad Alessandro Farnese il ducato di Parma che, a sua volta, lo dona al fratello Ottavio; parete d'in­gresso: Paolo III unisce in matrimonio Ottavio Farnese e Margherita d'Austria - ritratto di Filippo Il di Spagna - matrimonio di Orazio Farnese con Diana di Valois.
 
Sala del Concilio dì Trento (Taddeo Zuccari 1560-1566) i grandi riquadri, che sembrano ispirarsi al Raffaello delle stanze vaticane, illustrano i maggiori episodi del ponti­ficato di Paolo III tra cui la convocazione del famoso Con­cilio. Sulla volta, adorna di stucchi, tra fregi e rabeschi, l'incoronazione di Paolo III; parete sinistra, convocazione del Concilio di Trento; parete di fondo, Carlo V e Paolo III dopo l'espugnazione di Tunisi; parete destra, Paolo III nomina quattro Cardinali che diverranno suoi successori; parete d'ingresso, Paolo III si fa promotore della tregua di Nizza tra Carlo V e Francesco I. Le quattro colonne corinzie affrescate agli angoli della sala, sono un originale artifizio prospettico del gnola.
 
Stanza della Solitudine (Taddeo Zuccari e scuola 1560­1566) sulla volta storie sacre, personaggi storici e filosofi in meditazione.
 
Sale affrescate da Jacopo Bertoja, Giovanni de' Vec­chi, Raffaellino da Reggio e Giovanni Antonio da Varese (1569-1576). Attraversata la Stanza del Torrione - ricavata nello spes­sore di uno dei baluardi angolari del pentagono, con pre­gevole soffitto a cassettoni in cedro del Libano decorato dallo stemma farnesiano - si accede alle seguenti sale:
Camera bella Penitenza (Jacopo Bertoja 1569-1572) sulla volta esaltazione della Croce e, nei riquadri laterali, per­sonaggi e scene della vita eremitica.
Camera dei Giudizi (Jacopo Bertoja 1569-1572) sulla volta il giudizio di Salomone.
Camera dei Sogni (attribuita a Giovanni de' Vecchi 1576) sulla volta il sogno di Giacobbe.
Sala degli Angeli (Giovanni de' Vecchi e Raffaellino da Reggio 1575) sulla volta, incorniciata da una pregevole ghirlanda di stucchi, la cacciata di Lucifero dal Paradiso; parete sinìstra, il Profeta Daniele nella fossa dei leoni; parete di fondo, apparizione dell'Angelo sul Gargano; parete destra, l'annuncio dell'Angelo a Gedeone; parete d'ingresso, apparizione dell'Angelo su Castel S. Angelo.
Sala del Mappamondo (Giovanni Antonio da Varese e Raf­faellíno da Reggio 1574) l'elemento di maggior rilievo è costituito dalle carte geografiche sulle pareti lunghe, di­pinte e lumeggiate in oro, dei quattro continenti allora conosciuti: Europa, Asia, Africa e le due Americhe; sulle testate l'Italia, la Giudea e l'intero Globo. Sulla volta gran­dioso sistema planetario con la costellazione dello zo­diaco; entro finte nicchie, sovrastanti le porte e le fine­stre, i ritratti di Magellano, Marco Polo, Cristoforo Co­lombo, Amerigo Vespucci e Fernando Cortez.
 
In una vasta zona retrostante il Palazzo, si apre il ma­gnifico parco-giardino che, ripetendo i motivi del tardo Rinascimento, prelude alle concezioni architettoniche del Barocco.
 
Vi si accede dalla sala dei Giudizi che immette nel giardino d'inverno, sul cui sfondo è la fontana del Ninfeo ricca di stalattiti con il piano superiore già adibito a palcoscenico per rappresentazioni teatrali. Sulla de­stra per un cancello, attraversato il parco, si raggiunge la prima terrazza del giardino prospiciente la Palazzina; all'ingresso, due mezze figure sorrette da un piedistallo;
 
al centro la fontana del Giglio; ai lati, due padiglioni decorati in mosaico rustico che preparano l'accesso ad una scalea divisa da una catena d'acqua detta dei Delfini terminante in una grande conchiglia.
 
Nella seconda ter­razza, a forma ellittica, si eleva la fontana dei Fiumi con due giganti che simboleggiano l'Eufrate ed il Tigri.
 
Ai lati, due rampe simmetriche conducono al piano delle Caria­tidi, circondato da 28 statue; sullo sfondo la Palazzina, elegante costruzione, con cortile e loggia ricchi di pre­gevoli affreschi. Si sale, infine, all'ultima terrazza con una fontana in travertino e l'emiciclo delle Ninfe.
 
Fra gli altri monumenti:
Chiesa di Santa Teresa eretta nel XVI sec. dal Rainaldi; nell'int., sull'altare di destra Predica di S. Antonio da Padova ai pesci pala del Turchi, sull'altare maggiore Madonna del Carmine e Santi attribuita al Reni, su quello di sinistra S. Silvestro e il Drago tela del Lanfranco; nella sagrestia, due pregevoli reliquari in legno dorato del '500.
 
Duomo conserva dietro l'altare maggiore a sinistra, una Madonna in gloria col Bambino e i Santi Pietro, Paolo, Antonio da Padova, Domenico e Biagio tela seicentesca di Francesco Cozza.
 
Nella casa parrocchiale, visibile su richiesta, una tavola del XV sec. con il Salvatore Bene­dicente.
S. Maria della Consolazione (in restauro) edificio del tardo Cinquecento con bel portale e nell'interno - ricco di stucchi ed affreschi - pregevole soffitto in legno intarsiato.
 

[Fonte: Viterbo OnLine]

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