Caprarola - Località climatica dei colli Cimini famosa per I'imponente Palazzo Farnese con il magnifico parco-giardino.
II Palazzo, eretto su disegno del Vignola per conto del Card. Alessandro Farnese verso la fine del XVI sec. sulle fondamenta di una rocca a pianta pentagonale iniziata dal Sangallo, con bastioni angolari e caratteristico cortile circolare, è una delle più pure creazioni architettoniche del tardo Rinascimento.
Il ciclo delle sue decorazioni pittoriche costituisce il più grandioso monumento di pittura in Italia tra il settimo e l'ottavo decennio del Cinquecento, nel corso del quale si incontrano e si fondono le diverse correnti della maniera - fu compiuto nel 1583.
Gli affreschi - eseguiti dai fratelli Zuccari e da numerosi altri artisti fra cui il Bertoja, Giovanni de' Vecchi, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese e Antonio Tempesti - sono concepiti secondo un programma di celebrazione mitologico-araldica delle glorie della famiglia Farnese.
Per una scalinata a due rampe convergenti, si sale all'ingresso d'onore; nell'androne gli affreschi sulle pareti raffigurano i porti di Malta e Messina; nella volta, vari stemmi della famiglia Farnese e due vedute di Caprarola di Federico Zuccari e della sua scuola (1566-1569). A sinistra una scala elicoidale, capolavoro del Vignola, affrescata da Antonio Tempesti (1580-1583) con paesaggi, grottesche, motti, emblemi, imprese, ecc., conduce al piano nobile.
Sale affrescate dagli Zuccari (1560-1569)
Sala dei fatti d'Ercr,9e (Federico Zuccarí 1566-1569) decorata da una grande fontana rustica in mosaico, stucco e concrezioni calcaree con putti in marmo che gettano acqua in una vasca di giallo antico; sulla volta, ornata di stucchi, fatiche di Ercole e leggenda della creazione del lago di Vico; alle pareti vedute dei feudi farnesiani.
Cappella (Federico Zuccari 1566-1569) armonioso ambiente a pianta circolare con elegantissimo pavimento in marmo e cotto dicromo; pregevoli gli affreschi della volta, adorna di preziosi stucchi, con storie bibliche; sulle pareti le figure degli Apostoli, le Marie al sepolcro, Cristo in pietà e S. Giovanni Battista.
Sala dei Fasti Farnesiani (Taddeo Zuccari 1560-1566) uno degli ambienti più ricchi e grandiosi del palazzo con grandi riquadri, mirabilmente affrescati, che celebrano gli avvenimenti di maggior rilievo legati alla figura del Card. Alessandro. Nella volta, su cui campeggia tra preziosi stucchi uno stemma araldico dei Farnese, sono raffigurati fatti d'arme, investiture, trattati ecc. del nobile casato. Parete sinistra: partenza del Card. Alessandro, Ottavio Farnese e Carlo V contro i Luterani - ingresso a Parigi di Carlo V, Francesco I ed Alessandro Farnese; parete di fondo: Paolo III nomina il figlio Pier Luigi imperatore dell'esercito pontificio - ritratto di Enrico Il di Francia - Paolo III nomina il nipote Orazio Prefetto di Roma; parete destra: il Card. Alessandro Farnese e Carlo V prendono accordi a Worms per la guerra contro i Luterani - Giulio III dona ad Alessandro Farnese il ducato di Parma che, a sua volta, lo dona al fratello Ottavio; parete d'ingresso: Paolo III unisce in matrimonio Ottavio Farnese e Margherita d'Austria - ritratto di Filippo Il di Spagna - matrimonio di Orazio Farnese con Diana di Valois.
Sala del Concilio dì Trento (Taddeo Zuccari 1560-1566) i grandi riquadri, che sembrano ispirarsi al Raffaello delle stanze vaticane, illustrano i maggiori episodi del pontificato di Paolo III tra cui la convocazione del famoso Concilio. Sulla volta, adorna di stucchi, tra fregi e rabeschi, l'incoronazione di Paolo III; parete sinistra, convocazione del Concilio di Trento; parete di fondo, Carlo V e Paolo III dopo l'espugnazione di Tunisi; parete destra, Paolo III nomina quattro Cardinali che diverranno suoi successori; parete d'ingresso, Paolo III si fa promotore della tregua di Nizza tra Carlo V e Francesco I. Le quattro colonne corinzie affrescate agli angoli della sala, sono un originale artifizio prospettico del gnola.
Stanza della Solitudine (Taddeo Zuccari e scuola 15601566) sulla volta storie sacre, personaggi storici e filosofi in meditazione.
Sale affrescate da Jacopo Bertoja, Giovanni de' Vecchi, Raffaellino da Reggio e Giovanni Antonio da Varese (1569-1576). Attraversata la Stanza del Torrione - ricavata nello spessore di uno dei baluardi angolari del pentagono, con pregevole soffitto a cassettoni in cedro del Libano decorato dallo stemma farnesiano - si accede alle seguenti sale:
Camera bella Penitenza (Jacopo Bertoja 1569-1572) sulla volta esaltazione della Croce e, nei riquadri laterali, personaggi e scene della vita eremitica.
Camera dei Giudizi (Jacopo Bertoja 1569-1572) sulla volta il giudizio di Salomone.
Camera dei Sogni (attribuita a Giovanni de' Vecchi 1576) sulla volta il sogno di Giacobbe.
Sala degli Angeli (Giovanni de' Vecchi e Raffaellino da Reggio 1575) sulla volta, incorniciata da una pregevole ghirlanda di stucchi, la cacciata di Lucifero dal Paradiso; parete sinìstra, il Profeta Daniele nella fossa dei leoni; parete di fondo, apparizione dell'Angelo sul Gargano; parete destra, l'annuncio dell'Angelo a Gedeone; parete d'ingresso, apparizione dell'Angelo su Castel S. Angelo.
Sala del Mappamondo (Giovanni Antonio da Varese e Raffaellíno da Reggio 1574) l'elemento di maggior rilievo è costituito dalle carte geografiche sulle pareti lunghe, dipinte e lumeggiate in oro, dei quattro continenti allora conosciuti: Europa, Asia, Africa e le due Americhe; sulle testate l'Italia, la Giudea e l'intero Globo. Sulla volta grandioso sistema planetario con la costellazione dello zodiaco; entro finte nicchie, sovrastanti le porte e le finestre, i ritratti di Magellano, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci e Fernando Cortez.
In una vasta zona retrostante il Palazzo, si apre il magnifico parco-giardino che, ripetendo i motivi del tardo Rinascimento, prelude alle concezioni architettoniche del Barocco.
Vi si accede dalla sala dei Giudizi che immette nel giardino d'inverno, sul cui sfondo è la fontana del Ninfeo ricca di stalattiti con il piano superiore già adibito a palcoscenico per rappresentazioni teatrali. Sulla destra per un cancello, attraversato il parco, si raggiunge la prima terrazza del giardino prospiciente la Palazzina; all'ingresso, due mezze figure sorrette da un piedistallo;
al centro la fontana del Giglio; ai lati, due padiglioni decorati in mosaico rustico che preparano l'accesso ad una scalea divisa da una catena d'acqua detta dei Delfini terminante in una grande conchiglia.
Nella seconda terrazza, a forma ellittica, si eleva la fontana dei Fiumi con due giganti che simboleggiano l'Eufrate ed il Tigri.
Ai lati, due rampe simmetriche conducono al piano delle Cariatidi, circondato da 28 statue; sullo sfondo la Palazzina, elegante costruzione, con cortile e loggia ricchi di pregevoli affreschi. Si sale, infine, all'ultima terrazza con una fontana in travertino e l'emiciclo delle Ninfe.
Fra gli altri monumenti:
Chiesa di Santa Teresa eretta nel XVI sec. dal Rainaldi; nell'int., sull'altare di destra Predica di S. Antonio da Padova ai pesci pala del Turchi, sull'altare maggiore Madonna del Carmine e Santi attribuita al Reni, su quello di sinistra S. Silvestro e il Drago tela del Lanfranco; nella sagrestia, due pregevoli reliquari in legno dorato del '500.
Duomo conserva dietro l'altare maggiore a sinistra, una Madonna in gloria col Bambino e i Santi Pietro, Paolo, Antonio da Padova, Domenico e Biagio tela seicentesca di Francesco Cozza.
Nella casa parrocchiale, visibile su richiesta, una tavola del XV sec. con il Salvatore Benedicente.
S. Maria della Consolazione (in restauro) edificio del tardo Cinquecento con bel portale e nell'interno - ricco di stucchi ed affreschi - pregevole soffitto in legno intarsiato.