Tarquinia - Qui rise l'etrusco, un giorno, coricato, con gli occhii a fior di terra, guardando la marina
Così il poeta Vincenzo Cardarelli introduce mirabilmente la descrizione della sua Tarquinia - vetusta cittadina di aspetto medievale, in bella posizione sul Tirreno - che ebbe grande splendore in epoca etrusca allorché fu capitale di un vasto territorio tra Vulci, Volsinii e Caere; nel VII sec. a.C., raggiunse una posizione di primato nell'Etruria marittima e nel Lazio.
La Città di Tarquinia è tra le più rinomate mete turistiche d'Italia per il Museo Nazionale, la vasta Necropoli Etrusca e le Chiese Romaniche.
Il Museo Archeologico Nazionale è allestito nell'interno dell'aristocratico Palazzo Vitelleschi, innalzato nella prima metà del XV sec., la cui elegante facciata è un autentico capolavoro di archi-tettura gotico-rinascimentale. Vi si accede attraverso un portico archiacuto con lastroni funerari orien,afizzanti risalenti al VI sec. a.C. e vari sarcofagi - che documen-tano sulla scultura funeraria del III-I sec. a.C. - improntati al rude e possente realismo che si riscontra nella figura recumbente del defunto, scolpita sul coperchio, e nelle scene raffigurate sulla cassa.
Quelli nel primo salone a destra, con scene d'oltretomba, appartengono alla famiglia Pulena il cui capostipite Laris svolge tra le mani un papiro con una lunga iscrizione etrusca.
Nella sala adiacente sono sistemati tre pregevoli sarcofagi fi-nemente scolpiti: il s. dell'Obeso, il s. del Sacerdote ed il s. del Magnate; in quella successiva sono collocati i sarcofagi delle famiglie Alvethna, Camna e Pumpu.
La Necropoli Etrusca, che si estende sino a circa 3 km dall'abitato, è una delle più importanti fra quelle conosciute essendo ricca di tombe a camera con decorazioni che costituiscono la più completa documentazione dello sviluppo della pittura dal VI al Il sec. a.C.
Tra quelle visitabili: (metà VI sec. a.C.) le cui decorazioni narrano i costumi gladiatori a scopo funerario; tali giochi cruenti, degenerarono, coi Romani, in ludi spettacolari smarrendo il loro contenuto funerario-religioso.
Notevole ed impressionante la scena del sacerdote Fersu che dirige il gioco sanguinoso di un lupo che sbrana un suppliziando. (VI-V sec. a.C.) le decorazioni, rimaste incompiute e mirabilmente conservate, raffigurano scene rituali prima dell'inizio della corsa equestre in onore della defunta, che campeggia al centro della parete di fondo, accogliendo l'offerta propiziatrice di una coppa che le viene porta da un uomo barbato e la musica di un giovane flautista; ai lati due elegantissimi cavalieri. (seconda metà del VI sec. a.C.) l'artista, pur accettando l'ispirazione da modelli greci, esprime con arguzia e vivacità un felice momento dell’arte popolare etrusca.
Escursioni, *Acropoli (km 8) deviando al km 7,300 dell'Aurelia bis verso Monteromano, dopo circa un chilometro di strada bianca - accessibile anche ai pullman - si gira a sinistra e si percorre un altro chilometro di strada campestre dissestata (percorribile in automobile);
in vista di un piccolo casolare, a sinistra, una breve, salita conduce - dopo circa 200 metri - *ai ruderi dell'Ara della Regina, al centro dell'acropoli etrusca.
Visibile il grandioso basamento quadrangolare del Tempio ove furono rinvenuti i famosi Cavalli Alati (ora al Museo); vicino alla scala di accesso, si nota una antica fontana romana in marmo con incisa una antica iscrizione di Cossuzio
*Gravisca ruderi di una città romana visibili a circa 6 km da Tarquinia, sulla strada per il Lido, dove recentemente è stato rinvenuto un cippo (ora al Museo) che dimostra l'intensità dei rapporti commerciali e sociali intercorsi fra il mondo etrusco e quello greco.