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Bagnaia, il borgo e Villa Lante

Viterbo - Località climatica alle pendici dici dei colli Cimini, fiorente rente nel XV sec. allorché divenne abituale residenza estiva di Vescovi e Cardinali.

Nel vecchio quartiere una torre cilindrica, baluardo dell'antico feudo, s'innalza sul quattrocentesco Palazzo Vescovile e una fontana vignolesca rallegra la singolare piazzetta a forma rettangolare.

Un vasto parco, sovrastante il Borgo - già ad¬bito a riserva di caccia per Papi e Cardinali – fa da spettacolare cornice


Villa Lante
,iniziata dal Card. De Gambara nella seconda metà del XVI sec., forse su dis¬gno del Vignola, e completata alla fine del Cinquecento dal Card. Montalto.

La sua architettura costituisce uno dei più begli esempi di giardino rinascimentale all'italiana: il ripido pendio, ridotto in cinque terrazze con eleganti fontane unite da geometriche scalee e da altri motivi decorativi, termina in un parterre dal quale si ammira il prospetto delle Palazzine.

Per una visione panoramica dell'insieme, si consiglia di salire all'ultimo ripiano sul cui sfondo la fontana del Diluvio - ricavata in una roccia avvolta da fitta vegetazione e circondata dalle due logge delle Muse - raccoglie le acque da una sorgente dei colli Cimini, dando origine al tema compositivo svolto nel giardino.

L'acqua, seguendo il pendio, forma cascate, alimenta fontane e vasche, terminando nel cosiddetto Quadrato.

Dalla fontana dei Delfini, ha inizio una singolare catena a forma di gambero fino alla sottostante fontana dei Giganti - simboleggianti il Tevere e l'Arno - che precede un'originale vasca rettangolare detta tavola del Cardinale.

Dalla balaustra della fontana dei Lumini, si ha una bella vista del giardino all'italiana con al centro la fontana del Quadrato, dominata dal gruppo dei Quattro Mori.

Le due Palazzine, dall'elegante architettura, presentano all'interno un interessante ciclo di affreschi. In quella di destra - eretta dal Card. De Gambara nel 1566 - gli affreschi manieristici della scuola degli Zuccari e di Antonio Tempesti si distendono su pareti e soffitti con storie mitologiche e religiose, scene di caccia e paesaggi, tra cariatidi e grottesche.

Le decorazioni della loggia - in cui si rileva, come in altri ambienti, la spiccata personalità di Raffaellino da Reggio - raffigurano nella volta, a quattro campate, scene mitologiche, paesaggi con rovine ecc.; sulle pareti, divise in ampi riquadri da cariatidi monocrome e sovrastate da stemmi cardinalizi, sono dipinte - da sinistra - la Villa d'Este di Tivoli, la Villa Farnese di Caprarola e quella di Capodimonte, la Villa Lante di Bagnala nel suo aspetto originario.

Al primo piano è conservato, tra l'altro, un pregevole cartone, con giochi di putti, di Giovan Francesco Romanelli ordinato per l'arazzeria di Palazzo Barberini in Roma.

La Palazzina Montalto, a sinistra, venne completata intorno al 1590 e decorata agli inizi del Seicento da Agostino Tassi, Cavalier d'Arpino ed Orazio Gentileschi.

Nella loggia, al piano del giardino, scene marinaresche, figure allegoriche, ecc. in cattivo stato di conservazione; al primo piano notevole il salone maggiore con pregevole soffitto finemente decorato.

Tra le numerose fontane sparse nel parco notevole quella monumentale del Pegaso, di fronte all'ingresso.
 

[Fonte: Viterbo OnLine]

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